lunedì 4 settembre 2017

Shotgun lovesongs

  • Scheda tecnica:


















Quarta di copertina: 

Henry, Lee, Kip e Ronny sono cresciuti insieme a Little Wing, una cittadina rurale del Wisconsin. Amici fin dall'infanzia, hanno poi preso strade diverse. Henry è rimasto nella fattoria di famiglia e ha sposato il suo primo amore, mentre gli altri se ne sono andati in cerca di qualcosa di più. Ronnie è diventato una star del rodeo, Kip ha fatto fortuna in città, e il musicista Lee ha trovato la fama ma ha avuto il cuore spezzato. Ora tutti e quattro sono tornati in paese per un matrimonio. Ma vecchie rivalità si insinuano nel clima di festa e nella felicità del ritrovarsi, e il segreto di una moglie minaccia di distruggere sia un matrimonio che un'amicizia. Shotgun Lovesongs è un vibrante inno alle cose che contano davvero nella vita, l'amore e la lealtà, il potere della musica e la bellezza della natura. 


Recensione: 


Ho letto Shotgun lovesongs e l'ho amato. 
Ho iniziato una sera, accompagnando la lettura con un caffè americano corretto all'amaretto e sono stata costretta a dividere la lettura in due giorni soltanto perché era davvero molto tardi ed ero esausta. 
Lo specifico, perché se non fosse stato così tardi, sarei andata avanti a leggerlo ad oltranza. 
Vorrei leggere molti più libri di questo genere e scritti così bene. 
Nickolas Butler è un narratore nato e racconta una storia da molteplici punti di vista, dal momento che ogni capitolo è narrato in prima persona da uno dei protagonisti del romanzo. 
E' una lettura semplicemente perfetta per il periodo di fine estate - inizio autunno sia per le atmosfere che evoca, sia per i paesaggi che descrive.
Come potrete intuire dalla foto, io ho letto il libro mesi fa (a maggio per essere precisi) e se ci ho messo tanto a recensirlo è perché ho atteso che lo leggesse un membro della mia famiglia che sapevo avrebbe apprezzato oltremodo questo tipo di scrittura: mia nonna. 
Volevo una sua opinione, perché il romanzo mi ha lasciata inizialmente stranita e non mi è stato subito chiaro se il finale mi avesse del tutto accontentata. 
In parte ho pensato che questo fosse sentore di una lettura così appassionata che mi aveva indotto a cercare un finale diverso, tutto mio e in parte che il fatto di riflettere ancora sul contenuto di "Shotgun Lovesongs" anche giorni e giorni dopo averlo finito, fosse conseguenza di una storia che lascia il segno.
Ergo, il parere di mia nonna è stato determinante ed ha dissipato i miei dubbi. Il finale è esattamente come avrebbe dovuto. Si sposa con il contesto intero del libro e ne è naturale completamento, anzi assume una valenza anche didattica ed istruisce sui piaceri semplici, sull'amicizia, sulla sincerità, sull'onestà e sulla felicità vera e condivisa. 

La storia in cui ci catapulta Butler ruota intorno a quattro uomini, che sono stati quattro bambini e quattro ragazzi. Sempre insieme, sempre amici. Alcuni più di altri. 
Henry è un contadino dedito alla famiglia, alla bella moglie Beth e alla fattoria; sincero e maturo, affronta la vita con sacrificio e sebbene pieno di vecchie speranze e sogni, non ha rimpianti. 
Kip, arrogante e pieno di sé, ha lasciato la campagna per la città dove ha trovato fortuna come broker e sceglie di tornare nel suo paesino natio per sposarsi e realizzare un nuovo ambizioso progetto. 
Ronny, ex stella del rodeo, porta su di sé i segni letterali e metaforici di un sogno infranto, di una vita che non va mai data per scontata perché può cambiare in un istante. 
Lee, invece, dà a tratti la sensazione di essere il protagonista assoluto del libro. Forse perché Shotgun Lovesongs è il titolo del suo album di successo, forse perché (insieme a Henry) è il narratore di un numero maggiore di capitoli rispetto agli altri personaggi principali. 
E' un artista, una celebrità. Forse l'unico che "ce l'ha fatta"...eppure anche lui avverte l'irresistibile richiamo della sua Little Wing, nell'affascinante Wisconsin e vi ritorna per una serie di circostanze. 

Il racconto è ben scritto e scorrevole. Esplora le storie e i pensieri più complessi di quelli che si rivelano essere semplicemente uomini. Normalissimi uomini. Uomini che sbagliano, che cercano perdono, che si impegnano, che falliscono, che amano e che soffrono. Amore, arte ed emozioni non mancheranno! 


Il pregio di Butler non è soltanto nel contenuto, nel racconto. Butler rende tremendamente bene il senso di appartenenza, l'amore per le proprie radici e il valore del proprio background profondamente americano. 



" L’America, per me, è gente povera che suona musica, gente povera che condivide il cibo e gente povera che balla anche quando tutto il resto nella loro vita è così triste e disperato che sembra non debba esserci alcuno spazio per suonare, mangiare o abbastanza energie per ballare "  - Lee



Lo consiglio senza sé e senza ma. E' un romanzo che merita di essere letto e che istruisce sul valore delle piccole cose, sull'appagamento personale e sulla felicità che non può e non deve essere standardizzata e vista necessariamente come il raggiungimento di una vetta fatta di denaro e notorietà. Tutt'altro.

Immagine di copertina semplicemente perfetta! 


Curiosità: 

Nella scrittura del personaggio di Lee, Nickolas Butler, si è ispirato a Justin Vernon, cantautore americano vincitore di un Grammy e nato in Wisconsin che nel 2007, in seguito ad una scottante delusione d'amore e senza più amici sinceri su cui contare, ha sentito l'esigenza di rifugiarsi in Wisconsin dove ha lavorato ad una canzone sotto lo pseudonimo di Bon Iver.

































































sabato 8 aprile 2017

La Santa piccola



Titolo: La Santa piccola

Autore: Vincenzo Restivo

Editore: Milena Edizioni

Collana: Tascabili

Anno edizione: 2017

Pagine: 110 p. , Brossura

Acquistabile su IBS


Voto: 10/10









Trama: 


Mario, Lino e Assia. Diciassette anni. Tre realtà all'interno dello stesso stabile: una palazzina popolare di Forcella dove le case vecchie hanno l'odore del metano a causa delle tubature usurate e dove l'omertà e la superstizione hanno più valore delle buone azioni.
Per le precarie condizioni economiche, Lino e Mario sono costretti a prostituirsi. Un'adolescenza contagiata da un mondo di adulti fin troppo sporco, carnefice della loro innocenza. La violenza diventa, allora, l'unica alternativa di sopravvivenza.
E in tutta questa violenza, violento diventa anche l'amore, perché non ricambiato.
Poi c'è Annaluce, nove anni, che tutti chiamano La Santa piccola perché a un certo punto dice di avere le stimmate e di vedere la madonna. Forcella diventa così teatro di un prodigio, invasa da una folla di fedeli in attesa di un miracolo.

E anche Mario, Lino e Assia chiedono il loro miracolo, la loro richiesta d'aiuto, il loro bisogno d'amore in un mondo che li vede fin troppo randagi.

Sinossi: 

Una storia. Una drammatica storia senza sé e senza ma, senza convenienti abbellimenti narrativi, senza banalità, senza parafrasi confacenti.
La storia di tre ragazzi in cerca di riscatto, di amore, di identità, di vita.
La storia di tanti luoghi, di un certo modo di pensare, di un certo modo di fare o di non fare.
La storia di nessuno e di tutti.

Una storia ancora di tanti, troppi.

Recensione: 

<<Ah comme se fa’
a da’ turmiento all’anema
ca vo’ vula’
si tu nun scinne a ffonne
nun o puo’ sape’>>

 Cu'mme - Enzo Gragnaniello



Ho ricevuto questo libro mercoledì e, come faccio sempre con i miei amati libri, l'ho sfogliato, l'ho stretto al petto, ho letto le informazioni relative all'autore, l'estratto pubblicato sul retro della copertina e mi ha subito incuriosito.
Mi sono accomodata a leggerlo scaldata da un pallido sole primaverile.
Due ore dopo l'avevo terminato.
Ma non ne siate eccessivamente sorpresi, perché nel pomeriggio ho raccontato a mio padre con naturale trasporto di questo libro che avevo appena letto, di questo autore che non avevo mai avuto il piacere di leggere prima e devo averlo entusiasmato oltremodo.
Si è fatto dare il libro ed ha iniziato a leggerlo...lui lo ha finito in un'ora e mi ha chiesto -"E ora?"
Eh...si è fatto la stessa identica domanda che è affiorata sulle mie labbra quando ho terminato la lettura.
E Ora?
Cosa fanno Lino, Mario ed Assia?
La Santa piccola non soltanto ti trascina in un vortice di emozioni contrastanti, che giungono inaspettate e prepotenti, ma ti lascia col desiderio che quel racconto non finisca, che abbia un'opportunità ancora.

Non nego di essermi approcciata con un lievissimo preconcetto al testo, preconcetto dettato da una serie di facilissimi luoghi comuni a cui la napoletanità si presta e che, da orgogliosa e critica napoletana, sono difficili da digerire e spesso scadono nel retorico.
Nulla di ciò è presente nel libro di Restivo.
Restivo sa di cosa scrive e sa come scriverlo,
Non offende, non deride e non elabora allegorie o pantomime, è un mirabile autore e sono certa che leggerò altri suoi romanzi.
A narrare la storia di Mario, Assia e Lino sono direttamente i ragazzi in prima persona, alternandosi un capitolo alla volta, così da darvi modo di vedere il mondo dal proprio punto di vista, dalla dimensione della loro esistenza e lo fanno con una semplicità davvero disarmante e con un pizzico di ingenuità, si, ma sporcata, corrotta.
Vi consiglio la lettura de La Santa piccola perché vi toccherà il cuore, vi farà aver paura, vi farà sorridere, vi farà provare pietà, vi farà commuovere e vi farà tenerezza.
Annaluce?
Annaluce è la speranza.
Non lasciamo morire la speranza.
Il racconto affronta temi scottanti, tremendamente attuali e delicati senza però andare a rimpinguare un settore già saturo di testi dedicati alle "classiche" tematiche tipiche del sottobosco napoletano e soffermandosi invece sull'aspetto della prostituzione minorile, delle perversioni della cosiddetta "gente da bere", della povertà e dell'ignoranza fortemente legata ad un irrinunciabile e disperato misticismo.
Accompagnate la lettura con un caffè amaro, miscela Passalacqua (il re tra i caffè napoletani) e sentirete Napoli pervadervi l'anima, oltre che il cuore !

A chi vuol bene a Napoli, a chi non gliene vuole neanche un pò, a chi pensa di conoscerla e a chi non la conosce affatto, a chi pensa che sia la sola città ferita da certe realtà e a chi invece è intelligente.


Buonanotte, lettori!



venerdì 3 marzo 2017

E sarà bello morire insieme



       
  • Editore:Mondadori

  • Collana:Oscar bestsellers

  • Data uscita:17/05/2013

  • Pagine:252

  • Formato:Tascabile

  • Lingua:Italiano

  • Voto:                        8/10













Trama: Quando si incontrano all'ultimo anno del Liceo Artistico, Bianca e Manuel hanno una sola cosa in comune: la passione per l'arte. Qualcosa in quel ragazzo scostante e bellissimo risveglia i sentimenti di Bianca, soffocati da tempo a causa di una tragedia famigliare. Ma anche se Manuel prova lo stesso per lei, non può lasciarsi andare: i suoi doveri all'interno del clan prevedono che vendichi la morte di suo padre e segua un destino che è stato scritto per lui da tempo. Ma la passione, l'amore e la voglia di una vita diversa li uniscono sempre di più, finché Bianca metterà Manuel davanti alla scelta più difficile: tradire la sua famiglia o la ragazza che ama?


Sinossi: Un romanzo di formazione, per leggere il quale non esiste un'età prefissata, sebbene si possa trovare nell'area "ragazzi" delle librerie.
Mafia, sversamento di rifiuti tossici, pistole, danaro, arte, amore, corpi segnati dalla vita, corpi senza vita, giustizia e criminalità.

Recensione:

Ho inizialmente sottovalutato questo libro, lo premetto per mettervi in guardia dal giudicare un libro dalla copertina.
Lo so, è basilare non incappare in questo errore ed io sono la prima a non fermarmi dinnanzi a copertine poco accattivanti, ma in questo caso è un pò diverso, il libro non si presenta con una copertina "sgradevole", ma con una copertina più infantile del contenuto della storia.
Desidero specificare che il termine infantile non deve essere intenso in senso dispregiativo, ma in senso meramente letterale.
"E sarà bello morire insieme" appartiene alla collana mondadori dedicata ad una fascia di lettori che potremmo definire teenagers e, ad osservare soltanto la copertina, rischia di sembrare una sorta di romanzo rosa come tanti, invece ciò che celano queste 252 pagine, è una storia d'amore intensa e drammatica.
Il romanzo affronta temi spinosi come il bullismo, la criminalità, la violenza, il sesso e racconta tutto nella cornice dello stimolante, sofferente, caloroso e colorato Sud Italia.
Manuel e Bianca sono due ragazzi che frequentano l'ultimo anno del liceo artistico.
Bianca è una ragazza cresciuta a Milano, introversa e senza peli sulla lingua, costretta a cambiare vita troppo velocemente e troppo radicalmente.
Manuel è un giovane scostante, sfuggente e misterioso con lunghi capelli scuri e un sogno nel cassetto troppo grande per sé e per la sua vita.
Sebbene sembrino caratterialmente molto simili, impareranno a conoscersi a fondo e scopriranno delle inconciliabili ed insormontabili differenze.
Bianca figlia di un magistrato antimafia, Manuel orfano di un boss mafioso, "figlioccio" adottivo del braccio destro di suo padre.
Sogni, aspirazioni, disperazione e speranze dei due si intrecceranno indissolubilmente creando una serie di circostanze che vi faranno divorare il romanzo per l'incontenibile desiderio di sapere cosa accadrà e soprattutto se i ragazzi saranno destinati ad una nefanda fine.
Non secondario è il rapporto dei due protagonisti con i genitori, aspetto che invita a riflettere sull'importanza delle proprie radici, del proprio background senza dimenticare che non siamo e non saremo mai copie carbone dei nostri padri e delle nostre madri e che il loro più grande contributo non stia nel cercare di plasmarci a propria immagine e somiglianza, ma nell'aiutarci a trovare il nostro posto nel mondo.
Un posto che sia il nostro soltanto.

… Con le dita che gli tremavano, lo aprì per estrarre il contenuto, mentre le lacrime gli annebbiavano la vista. Si dava la colpa di tutto e non riusciva a non pensare … se lui si fosse imposto e l’avesse rimandata a Milano prima, se non fosse stato così distratto dal suo lavoro da non accorgersi di cosa stesse succedendo alla vita di sua figlia …” 

Manuela Salvi ha realizzato un libro scritto non soltanto con maestria, ma con la capacità di illustrare al lettore senza tabù e senza parafrasi buoniste la drammatica realtà che si cela dietro la criminalità organizzata, le vittime che miete, le vite che distrugge e che macchia irreparabilmente e gli orridi compromessi ai quali costringe.
Consiglio la lettura accompagnata da un caffè doppio, ne avrete bisogno! 😁

venerdì 20 gennaio 2017

Un battito negli abissi

Titolo: Un battito negli abissi

Autore: Antonella Tafanelli (Nasce a Bari nel 1978 e vive a San Severo (FG). Conseguita la Licenza Classica, inizia l’università di Lettere e Filosofia a Bari, ma dopo qualche anno lascia per iniziare a lavorare nel settore immobiliare e catastale.
Fin da piccola ha sempre avuto una spiccata passione per la lettura, tanto che a soli 4 anni sapeva già leggere e scrivere.
La sua profonda sensibilità, l’ha portata a avvicinarsi facilmente alle problematiche altrui e alle arti, come la pittura, il cinema e il teatro)

Editore:  
La strada per Babilonia


Genere: Narrativa Contemporanea 

Pagine: 118

Disponibile sia in versione cartacea che ebook su Amazon.


Trama: Protagoniste assolute di questo libro sono la speranza e la voglia di ricominciare. 
Margherita subisce violenze fisiche e psicologiche, un amore malato, a causa del quale si annulla completamente. 
Grazie alla sua forza, alla vicinanza dei suoi amici e della sua famiglia comincia a riemergere dagli abissi, ma ci sono ferite profonde, difficili da rimarginare. 
Nella sua vita entrerà però una persona, che cercherà di scavalcare quei muri che Margherita ha edificato. 
Dovrà scontrarsi con i fantasmi del suo passato, con le sue paure, e con la sua voglia di indipendenza. Un romanzo di speranza, di grinta nei confronti della vita, un romanzo che mette in luce la violenza domestica e vuole dire basta.

Sinossi: Lascerò che stavolta la sinossi del romanzo sia un frammento del romanzo stesso, perché penso che sia perfettamente incisivo e diretto: 




Recensione: Carissimi lettori,

non ho fatto nessuna premessa colloquiale ad inizio post, perché voglio che questa recensione riesca ad assorbirvi totalmente e a farvi concentrare sullo scottante tema della violenza.
Non intendo fare alcuna differenziazione (che peraltro ritengo retrograda e anacronistica) nel merito della violenza di genere ed anzi per una tematica così delicata, desidero essere quanto più precisa ed onesta possibile.
La violenza è l'incarnazione del male. Punto.
La violenza tout court.
La violenza come atteggiamento, come contegno nella quotidianità, come offesa, come difesa, come cattiveria gratuita, come degenerazione, come estremo, su animali, su uomini E su donne.
Non credo che alla nostra società giovi ruotare intorno ad un problema d'attualità insistendo con il dargli una definizione standardizzata, perché questo tende sempre a creare disagi su disagi finendo con l'offuscare problemi passati magari legati proprio ad una tematica affine.
Mi spiego meglio: creare la figura del "femminicidio" come reato a sé stante è qualcosa che, da donna e da giurista, criticherò sempre aspramente.
E' soltanto chiamare un problema vecchio come il mondo in un modo diverso.
Anzi è soltanto un modo per sdoppiare un figura criminosa che esiste già: l'omicidio. Che esiste, come dicevo, ma che è mal perseguita, mal trattata e mal prevenuta.
Ecco qui, alla fine della fiera è questo che dobbiamo pretendere con forza e lottare per ottenere: che un assassino, un persecutore, un criminale, vengano CONDANNATI e che la condanna sia adeguata all'offesa arrecata.
Che la vittima sia protetta, tutelata, compresa ed aiutata per tutto il tempo necessario.
E' recente la notizia della esistenza di gruppi su facebook dove si incita allo stupro, al bullismo, condividendo foto altrui soltanto con lo scopo di mortificare e "abusare" liberamente di varie persone totalmente ignare della cosa.
Persone la cui immagine è messa alla berlina. Regalata a un manipolo di ignoranti frustrati e volgari.

Tutto ciò per specificare con estrema cautela che non esistono fenomeni di violenza di serie A e di serie B e questa introduzione è stata per me doverosa perché fossero spente sul nascere qualsivoglia genere di polemiche, contestazioni o tentativi di sminuire il romanzo che sto per recensire solo perché magari riguardante un argomento protagonista della cronaca quotidiana cui siamo abituati.
"Abituati"...che brutta cosa se legata al concetto di cronaca, come si fa ad abituarsi alla notizia di una persona minacciata, violata nella propria intimità, perseguitata, sfigurata o malmenata o, peggio ancora, annientata.
Eppure è così, perché come dicevo ed ora sono certa che avrete compreso cosa intendevo spiegarvi, hanno dato un "nome" ad un "fenomeno" che fenomeno non  è. E' cruda realtà.
LA VIOLENZA DEVE FARCI SCHIFO E DEVE SCONVOLGERCI. SEMPRE.

Dopo aver letto "Un battito negli abissi" mi è venuta tanta voglia di abbracciare  e di conoscere personalmente la scrittrice.
Ho letto altri romanzi di questo genere e tutti tratti da storie vere, li ho tutti rispettati e letti con partecipazione e commozione, ma questo romanzo è diverso.
E' diverso perché non affronta il tema della violenza settorializzandolo e non lo fa con "brutalità", ma con una finezza che ti fa sentire come se stessi entrando in punta di piedi nella sua vita e lei ti preparasse un tea e ti ci accompagnasse per mano, senza rabbia, senza odio nelle sue parole.
Senza odio, certo, ma con la dovuta dose di rabbia, di furore.
Il racconto si sviluppa tra una serie di pensieri, riflessioni, sensazioni e stati d'animo in cui tutti possono ritrovarsi e che possono sentire propri.

Il romanzo racconta di Margherita, donna modesta, riservata e dotata di una forza d'animo ammirevole.
Forza d'animo che si manifesterà all'interno delle pagine che, non ho dubbi, bagnerete di lacrime.
La donna che imparerete a conoscere è una roccia che si renderà conto di essere tale soltanto dopo aver trascorso fin troppo tempo a sentirsi un semplice sassolino da calpestare.
In una notte d'estate, avverrà un incontro molto speciale, con Marco che, fin da subito, le donerà una sorta di istintiva tranquillità che temeva ormai perduta.
Riuscirà Marco a far breccia nel muro che Margherita ha edificato intorno al suo cuore?
Vi insegnerà che siamo soltanto noi ad essere responsabili di ciò che siamo e di ciò che scegliamo di essere e che mai e poi mai dovremmo lasciare che siano altri a definirci, intrappolandoci in una visione di noi stessi che non ci appartiene.
Vi insegnerà che il dolore va urlato, va urlato forte e non nascosto.
E che non è mai troppo tardi per ricominciare, per vivere appieno la nostra vita, le amicizie, i sentimenti e le persone che meritano il nostro affetto.
Ci sono diversi passaggi del libro che mi hanno colpita, molti come coltellate, per la drammatica onestà di cui sono impregnati e mi farebbe veramente piacere se condivideste con me quelli che hanno emozionato, spaventato o fatto riflettere voi.
Vi invito davvero a leggere questo racconto, questa storia vera, perché sarà come leggere di un fiore piegato dalle intemperie che però non si è mai spezzato e trova addirittura la forza di sbocciare ancora più bello, energico e vigoroso di prima.
Vi lascio con il consiglio di accompagnare la lettura ad un buonissimo ed energico caffé al ginseng e con una frase che mi è davvero piaciuta e con la quale vi invito a non sottovalutare mai la vostra intelligenza e di restare sempre fedeli a voi stessi:

" Ma una piccola presunzione di me stessa l'ho sempre avuta, la mia mente.
Era difficile entrarci, difficile da comprendere, difficile da scopare e fare propria.
Mentre nel tempo ho avuto conferma che ero abilissima a prendere in mio completo possesso la mente altrui. "


Voto: 10/10

Grazie di cuore ad Antonella Tafanelli per questo splendido romanzo e a "La strada per Babilonia"