domenica 30 ottobre 2016

Into the Wild - Nelle terre estreme

Carissimi Lettori, in questo pomeriggio di fine ottobre, mentre la tramontana soffia forte, recensisco uno dei libri ai quali mi capita di pensare più frequentemente: nelle terre estreme.
Consiglio la lettura accompagnata da un cremoso cappuccino bollente...fidatevi!
I freddi territori dell'Alaska esplorati da Chris McCandless sono descritti con una tale dovizia di particolari, che inizierete a rabbrividire istintivamente.
Prima di immergermi nella vera e propria recensione, ci tengo a mandare un caldo abbraccio a tutte le persone colpite dal terremoto, vi sono vicina.
Vi auguro un terrificante Halloween e se vi va inondatemi di commenti e raccontatemi come lo trascorrerete e da cosa vi travestirete!
Personalmente, lo trascorrerò con maratone di film horror, torrone al cioccolato e dolcetti in compagnia di mia sorella e della mia cuginetta e il mio trucco sarà ispirato alla festività messicana di el dias de los muertos e non vedo l'ora di mostrarvelo!

  • Autore:                 Jon Krakauer


  • Listino:€ 17,60

  • Editore:Corbaccio

  • Collana:Exploits

  • Data uscita:10 gennaio 2008

  • Pagine:267

  • Lingua:Italiano





















Trama: Nell’aprile del 1992 Chris McCandless si incamminò da solo negli immensi spazi selvaggi dell’Alaska. Due anni prima, terminati gli studi, aveva abbandonato tutti i suoi averi e donato i suoi risparmi in beneficenza: voleva lasciare la civiltà per immergersi nella natura. Non adeguatamente equipaggiato, senza alcuna preparazione alle condizioni estreme che avrebbe incontrato, venne ritrovato morto da un cacciatore, quattro mesi dopo la sua partenza per le terre a nord del Monte McKinley. Accanto al cadavere fu rinvenuto un diario che Chris aveva inaugurato al suo arrivo in Alaska e che ha permesso di ricostruire le sue ultime settimane. Jon Krakauer si imbattè quasi per caso in questa vicenda, rimanendone quasi ossessionato, e scrisse un lungo articolo sulla rivista Outside che suscitò enorme interesse. In seguito, con l’aiuto della famiglia di Chris, si è dedicato alla ricostruzione del lungo viaggio del ragazzo: due anni attraverso l’America all’inseguimento di un sogno. Questo libro, in cui Krakauer cerca di capire cosa può aver spinto Chris a ricercare uno stato di purezza assoluta a contatto con una natura incontaminata, è il risultato di tre anni di ricerche.



Una storia vera che vi cambierà la vita.
Che cambierà il vostro rapporto con la natura e con le persone che amate.
Chris McCandless ha riscritto il significato della parola LIBERTA'




Nelle terre estreme ha questa peculiarità che ho riscontrato in pochissimi altri libri: ti entra dentro e ci resta permanentemente.
Innanzitutto l'autore non è uno scrittore di viaggi qualsiasi. Jon Krakauer è un esploratore ed uno scalatore ed ha preso parte alla tragica spedizione dell'Everest nel corso della quale nove alpinisti persero la vita, ergo sa di cosa scrive.
Non si limita a ripercorrere il viaggio di Chris, ma lo intraprende egli stesso.
Ogni descrizione è così precisa e dettagliata che vi sembrerà di essere lì con lui e di poter ammirare con i vostri occhi le straordinarie meraviglie delle terre dell'america del nord.
Ogni capitolo è inaugurato da una citazione con un significato ben preciso che si delinea nel corso della lettura.
La storia di Chris mi ha rapita in seguito alla visione della pellicola "Into the wild" diretta dal bravissimo Sean Penn ed interpretata da Emile Hirsch, incredibilmente somigliante a McCandless e che riesce ad incarnarlo perfettamente.
Ma naturalmente, ci sono particolari che soltanto un libro ben scritto può fornire.
Krakauer ci racconta Chris a 360 gradi e ce lo presenta come un ragazzo in cui potremmo rivederci tutti.
Un ragazzo intelligente, di buona famiglia e dal futuro brillante.
Un ragazzo con sogni ed aspirazioni, tra le quali si insinuava un fiume di desideri e di passioni.
Un ragazzo alla continua ricerca di un livello di esistenza che trascendesse il materialismo e che conducesse al connubio totale con la natura e con i suoi spazi incontaminati. Al netto di tutte le ingerenze della società moderna sulle nostre vite, lontano da tutta l'apparenza e la superficialità a cui ci ha condotto il concetto di "vivere" a cui ci siamo adattati.
Probabilmente, anche soltanto grazie alle pagine di questo libro, tutti dovremmo intraprendere un viaggio come quello di Chris. Un viaggio che vada oltre il mero spostamento fisico, ma che comporti una completa trasmigrazione mentale, che ci distacchi dalla tremenda convinzione che gli oggetti che possediamo, che i soldi che guadagniamo, le auto che acquistiamo e i vestiti che indossiamo, siano parte integrante, irrinunciabile ed essenziale delle nostre esistenze.
Non vi nascondo che non è affatto facile recensire "Nelle terre estreme", perché non è una questione di trama o mero contenuto, quella è nota, è cronaca.
Credo ci sia la necessità di andare oltre in questo caso e di riflettere a fondo sul senso e sul messaggio che Krakauer vuole trasmetterci.
Partiamo dall'ammettere che le cose che possediamo hanno finito col possederci ed abbiamo messo da parte la semplicità, l'onestà e l'amore scevro da interessi e secondi fini.
Non si tratta di una semplice critica tout court al capitalismo e all'utilitarismo e non si tratta neanche di una presa di posizione politica. Chris si pone come una sorta di essere umano che sente il bisogno di tornare alle origini e di trascendere tutto ciò che col tempo si è consolidato come illusione di sicurezza e di sopravvivenza. Si cala quasi nei panni di un uomo preistorico, un ingenuo cosmopolita nomade che si domanda quando si sia passati dal desiderare un tetto sulla testa per proteggersi dalle intemperie e dagli animali feroci, al crearsi intorno una reggia patinata e fatiscente che è finita con l'imprigionarci. Dal lavorare per vivere al vivere per lavorare.
Vuole fuggire dalla finta vetrina di apparenza in cui abbiamo trasformato la nostra vita, dalla giungla quotidiana che ci divora l'esistenza e rischia di farci ritrovare, un mattino qualunque, confusi, smarriti e intenti a chiederci cosa ne sia stato di ciò che volevamo diventare e del senso vero della vita.
Ecco, Chris non si è soltanto chiesto (come tutti noi facciamo) quale fosse il senso della vita, è partito letteralmente alla ricerca di esso e credo anche che alla fine sia riuscito a trovarlo e che sia celato da quelle che sono le parole che preferisco e che Alexander Supertramp (leggendo il libro imparerete a conoscerlo) ha sottolineato nella sua copia di "La felicità familiare" di Lev Tolstoj :

Io ho vissuto molto e mi pare di aver trovato quel che occorre per essere felice. Una vita tranquilla, appartata nella nostra solitudine di campagna, con la possibilità di far del bene alla gente, che è così facile beneficare perché non è abituata a questo, poi il lavoro, un lavoro che sembra recare un vantaggio, poi il riposo, la natura, un libro, la musica, l’amore per il prossimo, ecco una felicità, al di là della quale non osano spingersi i miei sogni. Ma qui, oltre a tutto questo, una tale amica come voi, una famiglia, forse, e tutto quanto un uomo può desiderare.

Giuro che potrei andare avanti per ore ed ore a parlare di questa meraviglia letteraria, dopotutto lo stato della mia copia del libro testimonia quanto a lungo e ripetutamente lo abbia sfogliato.
Come vi avevo anticipato, ci penso spesso e non vi nascondo che ci sono volte in cui invidio il coraggio che ha avuto questo giovane ragazzo della California e non finirò mai di ringraziare Krakauer per averci permesso di conoscerlo.
Sono davvero curiosa di conoscere la vostra visione delle cose, l'opinione che vi siete fatti del libro e del viaggio di Chris McCandless! Commentate numerosi e non trattenetevi, sono sempre benaccette anche le critiche! 
Vi lascio annunciandovi che la prossima recensione mi è stata commissionata da un autore statunitense: Dallas Coryell autore di "Melody's Key" e la recensione sarà bilingue, trattandosi di un libro in inglese. 

Voto: 10/10

Nox,


Luana

P.S. Consiglio l'ascolto di "Society" di Eddie Vedder.
Al termine della lettura, non sarete più gli stessi. Leggere per credere.




martedì 18 ottobre 2016

Harry Potter e la maledizione dell'erede - Harry Potter and the Cursed Child

Buonasera lettori,

mentre la pioggia cade incessantemente, ho deciso di inserire la mia primissima recensione!
Fa d'uopo una premessa: sono una potteriana accanita. Nutro una tale ammirazione verso la Rowling e l'universo che ha creato, da rischiare di risultare eccessivamente di parte.
Ma vi prometto che tenterò di essere il più neutrale possibile.
Non sarà compito facile, dal momento che la pubblicazione di questo "script-book" ha suscitato non poche polemiche e diviso letteralmente a metà l'opinione pubblica.
Personalmente ero molto titubante riguardo questa ottava storia, così annunciata.
Temevo che rischiasse di minare quella sorta di perfetto equilibrio che aveva ormai raggiunto la saga completata ed infiocchettata e devo ammettere che i piccoli spoilers a macchia di leopardo che hanno iniziato a circolare nel web, accrescevano i miei timori.
L'unico modo per farmene una opinione completa era leggerlo io stessa e così ho fatto.
Dal momento che leggo indifferentemente sia in inglese sia in italiano, l'ho acquistato il giorno dopo la data ufficiale di uscita e l'ho divorato. 




Info generali:

Titolo: Harry Potter e la maledizione dell'erede
Autore: Jack Thorne
Soggetto: Joanne Kathleen Rowling, Jack Thorne, John Tiffany
Genere: Fantasy, drammatico
Trama: L'ottava storia. Diciannove anni dopo... E' sempre stato difficile essere Harry Potter e non è molto più facile ora che è un impiegato del Ministero della Magia oberato di lavoro, marito e padre di tre figli in età scolare. Mentre Harry Potter fa i conti con un passato che si rifiuta di rimanere tale, il figlio minore Albus deve lottare con il peso dell'eredità famigliare che non ha mai voluto. Il passato e il presente si fondono minacciosamente e padre e figlio apprendono una scomoda verità: talvolta l'oscurità proviene da luoghi inaspettati.



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Amici lettori,
leggendo Harry Potter e la maledizione dell'erede, assisterete voi stessi ad una magia, che prenderà forma mano a mano che procederete nella lettura.
Vi smaterializzerete e verrete trasportati di nuovo in quel luogo così familiare e che tanto ci mancava e, senza neanche rendervene conto, penserete *sono a casa*.
Hogwarts vi aspetta e scoprirete che è sempre stata lì ad aspettarvi e con lei tutti i vostri carissimi amici, le vecchie glorie e le nuove leve. Personaggi più o meno simpatici e più o meno controversi.
Il romanzo ha una struttura atipica, ma decisamente scorrevole ed ha una impostazione descrittiva molto puntuale e ricca.
Naturalmente è un testo teatrale e, come tale, è suddiviso in atti e scene e potrebbe disorientare il fatto di ritrovarsi a scorrere i pensieri tra fitti dialoghi intervallati da ingressi in "scena" ed uscite, da cambi di scenario e distorsioni temporali, ma questo può essere in realtà, uno dei punti di forza del racconto.
La critica alla stampa di quello che a molti potrà apparire come un copione rivestito da una copertina patinata, ritengo sia fine a sé stessa.
I libri, così come i film, hanno una propria struttura narrativa che li identifica e li classifica ed è sostanzialmente prestabilita.
Una piéce teatrale non poteva che essere rappresentata da una forma coerente al modo in cui era stata concepita.
Un adattamento narrativo della storia, credetemi, avrebbe reso molto meno incisivo e solenne il susseguirsi delle scene e avrebbe avuto conseguenze anche sulla suspance e sul desiderio di non interrompere la lettura.

Il libro rende onore fedelmente ai nostri amati personaggi, con un Ron sempre più esilarante e tenero, una Hermione caparbia e nientemeno che Ministro della Magia, un Harry che finalmente si pone le domande che forse tutti avremmo voluto fargli durante il corso della storia, una Ginny devo dire abbastanza defilata e, ancora una volta, poco rilevante ai fini delle dinamiche contorte del racconto e un Draco che scopriremo come genitore migliore di quanto non sia stato suo padre per lui.
Non mancheranno momenti di sincera ilarità ad opera di Ron e di un inaspettatamente molto simpatico Scorpius Malfoy e, ovviamente, l'emozione la farà da padrone.
Non mi vergogno ad ammettere di aver pianto più volte nel corso della lettura.
Tra le pagine, ho riassaporato delle sensazioni che credevo ormai perdute. Sensazioni e sentimenti che mi mancavano e che ritengo affondino in domande che erano rimaste senza risposta e facciano capo a personaggi che se ne erano andati troppo brutalmente, troppo repentinamente.
Personaggi splendidi, come il professor Piton che lascerò parli attraverso quello che è uno dei momenti che mi è rimasto maggiormente nel cuore.


Ma veniamo alla storia nella sostanza.
Albus Severus Potter è un maghetto come tanti; proprio così.
Perchè pur essendo il figlio del mago più famoso del mondo, è un bambino introverso e pieno di insicurezze che diventa rapidamente un ragazzo fragile, incapace di competere con la bravura del fratello James Sirius e di instaurare un rapporto con i suoi compagni che anzi, si fanno beffe di lui e del suo unico amico: Scorpius Malfoy.
I due ragazzi condividono paure, incertezze e un difficile rapporto con i rispettivi genitori dal peso della cui "eredità" si sentono schiacciati.
La loro amicizia culminerà in una avventurosa missione per dimostrare il loro valore e per cercare di rimediare ai danni che l'operato di Harry Potter ha causato.
Primo tra tutti: la morte di Cedric Diggory.
Una nuova conoscenza e la scoperta di una giratempo "fuorilegge" sequestrata all'impenitente Theodore Nott, renderanno possibile l'impresa e faranno in modo che i due si caccino in un mare di guai. Anzi, forse meglio dire in un LAGO di guai!
La giratempo, che ha un funzionamento quantomeno atipico visto che permette di rimanere nel passato soltanto per 5 minuti, riattivandosi poi automaticamente per ricondurli nel futuro, è il fulcro intorno al quale gira tutta la storia.


Ho discusso riguardo il paradosso temporale trattato nella storia e vorrei spiegare perché ritengo che non vi siano incoerenze tra l'uso della giratempo che abbiamo sperimentato per la prima volta nel terzo libro e quella illustrata in questo ottavo capitolo della saga.
La giratempo segue il paradosso temporale di "coerenza", detto comunemente "paradosso del nonno". Vale a dire che le azioni compiute nel passato, che hanno riflessi sul presente di rilievo tale da compromettere la vita stessa di chi compie il viaggio nel tempo. sarebbero "inutiliter date" e quindi vanificate dal fatto stesso di aver manomesso il corso del tempo.
Esempio pratico: se vado nel passato per incontrare mio nonno e in qualche modo, impedisco che generi i miei genitori e di conseguenza pregiudico la mia stessa esistenza, è impossibile che io stessa sia andata nel passato e che abbia fatto alcunché. Perfezionandosi così un nuovo futuro (un pò come per Ritorno al Futuro).
La maggior parte di tali critiche ad Harry Potter e la maledizione dell'erede (provenienti però tristemente da persone che non avevano letto il libro) vertevano su una presunta violazione del paradosso del nonno che invece viene perfettamente rispettato, perché come avrete modo di leggere, i due protagonisti subiscono in tal modo le conseguenze dei loro interventi sul tempo, da dover tornare indietro nel tempo ben quattro volte, di cui una decisamente forzata.


Non posso dirvi di più, perché temo di commettere involontari spoilers.
Posso però anticiparvi che i clamorosi colpi di scena che possono sembrare tecniche sensazionalistiche per riempire la storia, sono in realtà assolutamente coerenti con la logica del male che tenta ad ogni costo di affermarsi e di gettare il seme che ne garantisca la persistenza (a buon intenditor, poche parole).
Ora tocca a voi ! Voglio sapere la vostra, lo avete già letto? Lo leggerete? Commentate numerosi!
Voglio lasciarvi con una splendida citazione e con il consiglio di accompagnare questa lettura ad un buon caffé lungo con tanta panna montata, per avere la sensazione di sorseggiare una burrobirra forte!
La perfezione è fuori dalla portata del genere umano , al di là della portata della magia. In ogni momento splendente di felicità è quella goccia di veleno: la consapevolezza che il dolore verrà di nuovo. Siate onesti con le persone che amate, mostrate il vostro dolore. Soffrire è umano come respirare”  - Albus Silente

Voto: 9,50/10
(sottraggo 0.50 a Grifondoro, perché Rose Weasley non appare quanto vorrei)

Nox lettori,

Lu

P.S. Il prossimo libro che recensirò sarà "Into The Wild - Nelle terre estreme" di Jon Krakauer

lunedì 17 ottobre 2016

Accomodatevi lettori


Benvenuti lettori!

Inauguro uno spazio letterario che da tempo desideravo creare.
Questo blog è frutto di una passione innata, anzi una doppia passione: i libri ed il caffè. Il buon caffè. 

Recensirò qui le mie letture e ne condividerò con voi critiche, pareri e sensazioni, realizzando un vero e proprio salotto letterario virtuale! 

Come da mia consuetudine, accompagnerò ad ogni lettura una bevanda ristoratrice e che faccia da accessorio indispensabile a rendere magico un momento così personale e così "solenne" come il tempo dedicato ad un buon libro. 

Accoglierò con piacere tutte le vostre opinioni e critiche, naturalmente in un'ottica costruttiva e di confronto aperto e civile. 

E infine, al termine di ogni recensione, annuncerò già quale sarà la lettura su cui verterà la recensione successiva, così da darvi modo, eventualmente lo vogliate, di leggere insieme a me e di dar vita ad un bello scambio di idee. 

La fotografia che apre il mio post di benvenuto è stata scattata da me e, per il momento, fa da sfondo al blog.
Essendo una grande appassionata di fotografia, cercherò di accompagnare i post soltanto con foto scattate da me, senza prelevare le copertine online.
Voglio realizzare un lavoro il più genuino possibile e spero di riuscirci! 


Buona lettura! 


Lu